La dirigente Dorotea Piazza e il suo staff composto da Giovanni Arnone e Fulvio Bellomo hanno scoperchiato il pentolone affaristico denominato “il sistema Trapani”. Nomi eccellenti come l’ex sindaco nuovamente candidato alla stessa poltrona a Trapani, l’onorevole Girolamo Fazio, l’armatore Ettore Morace, la senatrice Simona Vicari, il consulente dell’assessorato regionale Giuseppe Montalto (segretario particolare dell’assessore regionale Giovanni Pistorio) sono alcuni della lista finita sotto la lente della magistratura che sta facendo luce su un intricato e ben oleato sistema di corruzione per quanto riguarda il trasporto marittimo con le Isole Minori che di fatto è in mano alla Liberty Lines di proprietà di Morace. Dorotea Piazza, zelante dirigente ha dichiarato all’ANSA che «Sono stati anni difficili nei quali ho avuto al mio fianco solo i miei direttori: prima Giovanni Arnone, poi Fulvio Bellomo, e il mio staff. Tutte le altre istituzioni ci sono state lontane. Non siamo eroi. Abbiamo avviato la revisione della regolamentazione dei bandi, ma in questo lavoro ho trovato solo dei muri di gomma. Anche dalla politica – prosegue la dirigente – non ho avuto alcun sostegno: anzi in quest’ambito la situazione è stata ancora più dura. Non mi faccia dire altro. C’è un’indagine in corso e in questi casi si deve parlare poco. Ho avuto il grandissimo appoggio dei direttori con i quali ho avuta una sintonia di metodo e di percorso assoluta. E se ho intrapreso certe scelte è stato grazie alla loro perfetta condivisione. Poi ci sono delle scelte autonome di cui mi assumo la piena responsabilità. – conclude – Sa non cerco nessuna popolarità. Non pensavo che il mio nome uscisse così in fretta. Certo chi è rimasto coinvolto nell’indagine ha capito subito da dove è partita».
Tutto partì da un esposto-denuncia presentato dalla piazza alla Procura il 6 luglio del 2016 dove la dirigente ha sottolineato le anomalie e le pressioni che andavano a vantaggio dell’imprenditore Ettore Morace. Fu in quell’occasione che l’onorevole Fazio se ne sarebbe uscito con promesse poco rasserenanti del tipo:«La pagherete cara… questione di tempo ma la pagherete cara». Ma la dirigente per tutta risposta annullò il bando che era stato predisposto dal dirigente che aveva ricoperto lo stesso incarico prima di lei: Salvatrice Severino, finita sotto indagine. Quel bando, pubblicato nel febbraio del 2014, infatti, stano alle risultanze dell’inchiesta, era stato “ritagliato” su misura per la Ustica Lines. Con un danno economico per la Regione.