Il Tribunale amministrativo regionale ha deciso di non entrare nel merito del ricorso presentato di Mimmo Fazio contro le delibere del consiglio comunale di Trapani che l’hanno dichiarato prima incompatibile e poi lo hanno estromesso dalla carica di consigliere comunale per una presunta lite pendente con il Comune, legata alla vertenza che da anni lo oppone all’ex presidente dell’ATM Vito Dolce, quando era sindaco di Trapani. Il Tar ha rigettato il ricorso per un difetto di giurisdizione. Ma già lo stesso Fazio si era rivolto al Tribunale civile di Trapani, che si è espresso accogliendo il ricorso del parlamentare regionale e dichiarando insussistente la causa d’incompatibilità. Il giudice civile ha però rigettato la richiesta di Fazio di annullare le delibere consiliari. E ieri il Tar di Palermo ha dichiarato il ricorso di Fazio inammissibile perché sulla materia dell’incompatibilità è competente il giudice ordinario.
Di seguito il comunicato integrale del deputato regionale Mimmo Fazio, candidato sindaco di Trapani, sulla vicenda.
La sentenza del TAR, pubblicata lo scorso 12 maggio, nulla aggiunge e nulla toglie alla nota sentenza del tribunale di Trapani già pronunciata il 13 aprile e che ha accolto le mie ragioni dichiarando «insussistente la causa d’incompatibilità» votata dal consiglio comunale di Trapani.
Il giudice amministrativo, infatti, non ha fatto altro che indicare il difetto di giurisdizione, senza entrare nel merito del giudizio e rinviandolo proprio a quello stesso giudice ordinario, il tribunale, che si è già pronunciato. Scrive il Tar in sentenza: “considerato che per giurisprudenza ormai consolidata – e comunque formatasi precedentemente all’introduzione del presente giudizio – rientra nella giurisdizione del giudice ordinario la controversia avente ad oggetto l’impugnazione del provvedimento con il quale il Consiglio comunale ha dichiarato la decadenza dalla carica di un Consigliere comunale per incompatibilità determinata da una lite pendente con il Comune (Consiglio di Stato, sez. V, 11/06/2013, n. 3211)”. Il Tar insomma ha deciso di non decidere, tenendo anche conto del precedente giudicato, ed è quindi valida la sentenza già emessa.
Se fossimo nel gioco dell’oca si potrebbe dire che siamo tornati alla casella precedente. Ma questo non è il gioco dell’oca, è un gioco al massacro, messo in piedi da alcuni dei miei avversari politici che, pur di fermarmi, stanno facendo di tutto per inquinare questa campagna elettorale con insinuazioni e menzogne, arrivando perfino a sostenere falsamente, attraverso i social, che io abbia già ritirato la mia candidatura. Stiano tranquilli i miei sostenitori e gli elettori tutti: non ho ritirato alcuna candidatura e non ho alcuna intenzione di farlo, anzi, quanto sta accadendo mi convince che siamo sulla strada giusta e mi rende sempre più determinato ad andare avanti, anche se mi aspetto altri subdoli tentativi di ostacolarmi con le carte bollate ed i ricorsi.
Temo, inoltre, che questo concentrare l’attenzione su vicende che nulla hanno a che vedere con il confronto democratico e con i programmi elettorali, sia un’arma di distrazione di massa perché si volga lo sguardo sulle polemiche, lasciando spazi di manovra e campo libero per vecchie e nuove manovre di orientamento e controllo del voto in alcune zone della città. Segnali che non avverto io solo e che spero possano essere colti anche da quanti hanno a cuore, per sensibilità e per dovere, che la competizione elettorale si svolga