Il Centro Antiviolenza “Casa di Venere” di Marsala, ha aderito alla petizione del Movimento V.I.V.I. (Vincere Insieme Violenza e Ingiustizia), per sottoporre alle massime autorità governative, alcune importanti modifiche normative per i reati riconducibili alla violenza di genere e all’infanticidio.
Tali modifiche di legge, richieste nella petizione, sono state elaborate dalle avvocate della Rete Centri antiviolenza di Siracusa, coordinate dalla penalista Loredana Battaglia e si articolano in sette punti.
Nella petizione, in particolare, si chiede di escludere l’applicazione del giudizio abbreviato per i procedimenti per i quali la legge prevede la pena dell’ergastolo (proposta di legge già approvata dalla Camera e ferma al Senato dal 2015) e chiede tale massima pena per chiunque commetta un “femminicidio” o “figlicidio”.
Per i soggetti condannati per tali gravi delitti deve essere previsto il divieto di concessione dei benefici dell’assegnazione al lavoro all’esterno, dei permessi premio e delle misure alternative alla detenzione.
La petizione, inoltre, vuole estendere il reato di maltrattamenti in famiglia anche ai componenti che non sono conviventi e a tutti i membri della c.d. “famiglia allargata”, con l’estensione anche delle aggravanti, così come contempla la Convenzione di Istanbul. Nonché la contestazione di tale reato anche in caso di cessata convivenza.
Per i reati riconducibili alla violenza di genere e all’infanticidio, la Procura dovrà dare la priorità assoluta al procedimento, attraverso un celere svolgimento delle indagini, che conducano nel minor tempo possibile al processo.
Per quel che concerne il ricorso agli arresti domiciliari, all’obbligo di dimora e all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, la petizione pur chiedendone la limitazione, nel caso in cui vengano concessi, propone che l’autore del reato li sconti in un luogo (paese, città) diverso da quello di residenza, domicilio o dimora della vittima e dei suoi familiari. E che le vittime siano informate sull’esatta località dove si trova l’indagato, imputato o condannato.
Nella petizione, infine, si chiede che sia fatto divieto all’autore del reato di femminicidio e/o figlicidio, di poter beneficiare dell’eredità della vittima, nonché della pensione di reversibilità, finché il procedimento penale a suo carico non sia concluso con sentenza di assoluzione irrevocabile. (una proposta di legge simile è già in Parlamento).
Questa importante petizione è presente sul web e chiunque può sottoscriverla cliccando su: https://firmiamo.it/v-i-v-i-vincere-iinsieme-la-violenza-e-l-ingiustizia.
Un’azione concreta, dunque, per dire basta alla violenza di genere e all’infanticidio, attraverso la richiesta di precise e più incisive norme penali, che tutelino le donne e i loro figli in modo concreto, stabilendo giuste pene per chi commette tali orrendi delitti.