martedì, Novembre 19, 2024
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D’Alì: «Birgi è una fondamentale realtà». «Fazio ha goduto di progettualità non sue»

A poche ore dalla convention di Forza Italia, in cui sarà presentato il “Progetto per il Territorio” per le elezioni amministrative di Trapani ed Erice, vi proponiamo un’intervista esclusiva al senatore Antonio D’Alì, in cui parla di porto, aeroporto, “Grande Città”, dell’alleanza di “scopo” e di “governo con il Partito Socialista dell’onorevole Nino Oddo e dei “voltafaccia” dell’onorevole Mimmo Fazio.
La situazione dell’aeroporto di Birgi: il ruolo della Regione, il venir meno della Provincia come organo politico, l’imminente avvio della nuova stagione turistica e la mancanza, ad oggi, del nuovo contratto di co-marketing con Ryanair. In ultimo, possibili sinergie con Palermo. La sua posizione a riguardo.
«La Regione, con questa dissennata sostituzione delle Province con i Liberi Consorzi, ha creato le condizioni perché molti enti collegati rischiarassero la loro sopravvivenza. L’aeroporto di Birgi è una importante realtà, tenacemente voluta dalla Provincia che,in soli tre anni, dal 2006 al 2009, ha portato i passeggeri da 350.000 a 2 milioni, e costituisce un punto di ingresso insostituibile, soprattutto turistico, per la intera Sicilia, nonostante alcuni potenti politici palermitani lo considerino un›opzione ininfluente. La Regione Sicilia se ne è accaparrata la partecipazione di maggioranza, faticosamente messa in piedi e valorizzata dalla Provincia di Trapani e quindi patrimonio del territorio e dei cittadini trapanesi. Bisogna che tutte le istituzioni locali, si intestino subito un’attività di consolidamento e rilancio dell’aeroporto di Birgi, mettendo da parte gelosie territoriali e politiche. Certamente, la sinergia con quello di Palermo può essere strategica per l›intera Isola. Ciò rientra però in un più ampio e costruttivo ragionamento di tutta la rete intermodale dei trasporti regionali».
Autorità Portuale di Sistema e rilancio dell’economia del porto di Trapani, da dove bisognerebbe ripartire?
«Si sarebbe dovuto ripartire da una netta e competente presa di posizione del Governo Regionale contro la legge Del Rio, ed anche delle istituzioni locali trapanesi. È una legge sbagliata, illogica, dannosa nella sostanza e incostituzionale. Oggi, dato l’inutile, se non farsesco, tardivo intervento del governatore Rosario Crocetta, dobbiamo giocare al meglio la residua carta della presenza al tavolo della Autorità di sistema palermocentrica, non trascurando, comunque, ogni possibile iniziativa, politica e giudiziaria, per il recupero della nostra autonomia. Il sindaco di Trapani Vito Damiano siederà a quel tavolo. Certamente il porto è uno dei punti essenziali della crescita economica del territorio, a condizione che sviluppi la vocazione per il diporto e il turismo e che siano completate le infrastrutture».
In alcuni quartieri della città (es. Sant’Alberto), negli ultimi mesi, i cassonetti dei rifiuti restano stracolmi di sacchetti. La percentuale di differenziata è ancora molto bassa rispetto agli standard previsti per legge. Qual è il suo punto di vista a riguardo?
«I rifiuti possono divenire una risorsa in presenza di prassi virtuose nella intesa tra amministrazione e cittadini. In Italia ci sono esempi virtuosi e all’avanguardia. Tuttavia, il nostro territorio non avrà la possibilità di erogare servizi di qualità ed a basso costo se non si procederà rapidamente all’unificazione, in un solo Comune, di quella che oggi è fisicamente un’unica area urbana, ma istituzionalmente spaccata in quattro (Trapani, Erice, Paceco e Valderice). Con riferimento all’immediato, suggerirei all’attuale amministrazione di non assumere oggi, non fosse altro per «bon ton» istituzionale di fine mandato, iniziative stravolgenti e vincolanti».
A Roma e a Palermo ci sono due Governi di centrosinistra, in cui PD e PSI sono alleati, attraverso un patto federativo che però in provincia di Trapani non riesce ad attecchire. Tra l’altro, diverse volte Lei ha preso posizione contro alcune scelte dei due Governi. Su quali presupposti comuni, quali temi e quali necessità per il territorio, poggia il progetto tra Forza Italia e PSI che verrà presentato prossimamente in vista delle amministrative Trapani Erice? Non ritiene che questa “alleanza anomala” potrebbe ulteriormente scoraggiare quell’elettorato deluso dai partiti, dando ulteriormente spazio al Movimento 5 Stelle?
«Sono stato e resto fieramente critico sia del Governo nazionale che di quello regionale e del loro operato in particolare. Sul territorio trapanese concretizziamo con il PSI una alleanza di «scopo» e di «governo» fondata su un’idea forte, rivoluzionaria e concreta di riassetto amministrativo e di sviluppo economico sulla quale peraltro ragioniamo, condividendola, da tempo. Con l’on0revole Nino Oddo e con molti esponenti del PSI e della sinistra lungimirante trapanese abbiamo nel tempo, e senza fratture temporali o programmatiche, costituito comitati civici, promosso dibattiti, raccolto firme di cittadini, coinvolto associazioni e professionisti sul tema della Grande Città, per cui trovo assolutamente naturale l’alleanza di oggi. La politica è fatta anzitutto di interessi di territorio e cittadini, e quando questi sono autentici, profondi ed entusiasmanti come questo è, ben vengano le alleanze, al di là degli steccati della politica tradizionale. Tanto ciò è autentico e vero che viene fatto con la massima chiarezza delle nostre identità di appartenenza. Se i vertici dei nostri e di tutti i partiti avessero avuto più a cuore le reali esigenze delle comunità, piuttosto che altre priorità, oggi non vi sarebbe una così minacciosa presenza di partiti del “nulla”».
La forza elettorale di Forza Italia, a Trapani, era legata anche la figura di Mimmo Fazio, tra i sindaci più amati; su Facebook è stato persino costituito il gruppo “Rivogliamo Mimmo Fazio sindaco di Trapani”. Fazio ha annunciato che si ricandiderà a sindaco, a prescindere dalle vicende giudiziarie personali. Ritiene che l’elettorato che faceva riferimento a Forza Italia possa essere disorientato da tale situazione?
«Girolamo Fazio ha goduto di un momento felice dell’amministrazione civica, ha trovato il piano Urban predisposto dalla giunta Laudicina, finanziato dal governo nazionale con un mio emendamento cd «Urban Italia», a seguire il grande progetto dell’America’s Cup, nel quale ha giustamente creduto e molte altre risorse provenienti dal livello nazionale ed anche da quello regionale, comunque sempre su idee e progettualità non sue (es. mura di tramontana, San Domenico, basolati) e così via, tranne il rifacimento di Piazza Martiri e l’auto silo di Piazza Ciaccio Montalto (due monumenti allo spreco del denaro pubblico!). Dal punto di vista elettorale e politico ha utilizzato Forza Italia ed il PDL, non mancando poi sempre di marcare distanze o dar luogo a immediati voltafaccia».
É stato sempre tirato in ballo ad ogni campagna elettorale, ma alla fine il tema della Grande Città è rimasto sempre al palo. Pensa che nei prossimi cinque anni possano gettarsi delle basi concrete? In che modo?
«Come ho accennato prima il tema della «Grande città» non è un tema elettorale, ma un’idea che, con assoluta continuità e coerenza, pongo da oltre dodici anni, con larghissima e trasversale condivisione. Anzi, forse è stato spesso utilizzato, da altri, in campagna elettorale, «a contraris», per sollevare a proprio vantaggio inesistenti fantasmi e paure. Fazio e Damiano, peraltro, l’avevano inserito nel programma elettorale ma non si sono adoperati per metterlo in pratica. Considerato che, per una “congiunzione astrale”, ci saranno tanti appuntamenti elettorali concentrati in dodici mesi, si possono creare le condizioni istituzionali perché si dia vita ad un serio e coerente progetto da sottoporre ai cittadini dei quattro Comuni, attraverso un vero referendum costitutivo, mirato a rendere a questo territorio l›autorevolezza democratica, la verità dimensionale, l’efficienza amministrativa e la dignità di una nuova certezza e di nuove speranze».

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