In vista delle prossime elezioni abbiano intervistato il candidato sindaco Giuseppe Marsacia.
Il Progetto Città a Misura d’Uomo nasce qualche anno fa. Ci racconta la sua storia?
«La nostalgia di un tempo, che abbiamo conosciuto, quando ci si divertiva stando insieme. Oggi, purtroppo, gli altri sono il nemico da battere».
Può motivarci la decisione di candidarsi a sindaco?
«Mi hanno candidato gli associati di “A Misura d’Uomo”. Declinare l’invito sarebbe stato come tradire gli intenti, l’azione e le parole che ci hanno caratterizzato negli ultimi tre anni».
Ha definito il suo programma “a vocazione sociale”. Cosa significa?
«Cura per la bellezza dei quartieri, sviluppo delle aree di aggregazione (centri civici, giardini, piazze), ampliamento delle zone a traffico limitato con contestuale potenziamento e razionalizzazione del trasporto pubblico, potenziamento dei servizi accessori all’istruzione con particolare riguardo a quelli sportivi, tirocini curriculari retribuiti per i neo diplomati presso strutture comunali, così tanto per dare un’idea».
Da cittadino, può elencare quali sono stati i punti di forza e di debolezza dell’amministrazione Damiano?
«Revisione della spesa e risanamento del bilancio con trasparenza nella legalità sono stati il punto di forza ma anche di debolezza dell’amministrazione Damiano. La sola finalità di far quadrare il bilancio è mera “gestione condominiale”. Per il Comune ci vuole di più».
In che modo, eventualmente, riuscirebbe a fare meglio di Damiano, il quale ha sempre lamentato le difficoltà economiche in cui versa il Comune.
«Certamente si deve continuare la lotta agli sprechi e il recupero di risorse da lui avviata, puntando all’internalizzazione dei servizi che dovrebbe far risparmiare l’utile dell’appaltatore, al pieno impiego delle professionalità del personale con abbattimento delle consulenze esterne e allo sfruttamento economico del patrimonio pubblico eliminando situazioni di ingiustificato privilegio. Ma questa azione per quanto possa essere condotta con efficacia risulterà comunque insufficiente, ed allora bisogna avere il coraggio di sforare il patto interno di stabilità, anche pesantemente, se in gioco c’è la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini. E poi va pianificata l’introduzione di strumenti finanziari alternativi che consenta la creazione di un mercato di servizi che non comporti impegni di bilancio».
Nelle ultime settimane, alcune zone della città sono invase dai rifiuti. La percentuale di differenziata è ancora molto bassa rispetto agli standard previsti per legge. Cosa avrebbe fatto, negli ultimi cinque anni, se fosse stato Lei il sindaco di Trapani?
«Il problema è complesso perché riguarda l’ambiente, l’economia e la cultura. Il programma governativo di realizzazione in Sicilia di 7 inceneritori di cui uno a Trapani non credo che aiuti l’ambiente e, pertanto, va osteggiato. Dal punto di vista economico l’intera raccolta dei rifiuti, non solo la differenziata, va gestita con strumenti di defiscalizzazione che conducano ad una minore produzione di rifiuti. Per innescare un mutamento culturale virtuoso è necessario, invece, che il Comune svolga una funzione educativa costante».
Rilancio del porto di Trapani e la vicenda dell’Autorità Portuale di Sistema: una sua riflessione in merito.
«L’Autorità Portuale di Sistema è l’unica strada che consentirà l’arrivo di risorse per sistemare le strutture portuali (stazione marittima, fondali, ecc). Il Comune deve farsi trovare pronto e determinato a manovrare l’unica leva che gli è concessa; la scelta del delegato del Sindaco all’interno del Comitato di Gestione dell’APS. Dovrà essere una scelta organica all’amministrazione che tuteli gli interessi ambientali e turistici della città. Io nominerei l’assessore alle attività produttive ed al turismo compensando il suo trattamento economico con il “gettone di presenza” che andrebbe a percepire dall’APS».
La sua lista civica rimarrà autonoma o sarà disposta a dialogare con i partiti?
«Autonomia e dialogo non sono concetti antitetici. Rigorosi nella filosofia del nostro progetto siamo disposti a discutere con chiunque pur di realizzarlo».
Il tema della grande città spunta regolarmente nel periodo elettorale. Qual è la sua idea a proposito?
«Unire allo scopo di fare economie con la gestione unitaria dei servizi, di programmare più razionalmente lo sviluppo del territorio, di acquisire una maggiore capacità attrattiva di trasferimenti economici dalla Regione e dallo Stato, è una buona cosa e va perseguita con convinzione, a patto che contestualmente si sviluppi un decentramento amministrativo rionale che avvicini la gestione delle risorse ai cittadini».
Come sarà improntata la sua campagna elettorale?
«Alla sobrietà. Non abbiamo nulla da vendere che i Trapanesi non abbiano già. Il pensiero razionale che ci ha suscitato un programma che dobbiamo semplicemente far conoscere».