Oggi, all’udienza relativa al processo che vede coinvolto il consigliere comunale Vito Cimiotta accusato di voto di scambio alle ultime amministrative, è stato ascoltato l’ultimo teste dell’accusa,Piero Cavasino, amico e collega dello stesso Cimiotta.
A partire dalla prossima udienza che si terrà il prossimo 10 Aprile saranno ascoltati i testi a difesa del Cimiotta.
Cavasino ha dichiarato che Vito Cimiotta e Bruscino (altro personaggio coinvolto nella vicenda in quanto agevolato per così dire dallo stesso Cimiotta che avrebbe promesso di ripagare il suo sostegno elettorale con un posto di lavoro) erano amici fin dai tempi dell’infanzia e che come tale, per amicizia dunque, ha sempre cercato di aiutare Bruscino a trovare un’occupazione e che, anzi, nonostante poi, lo stesso Bruscino, abbia votato alle elezioni per Abrignani, la loro amicizia storica non ne sarebbe stata scalfita.
Secondo Cavasino, Cimiotta non avrebbe mai indotto Bruscino a votare per lui.
Il teste Cavasino ha raccontato che durante una cena il Bruscino anzi gli abbia parlato del suo imbarazzo nell’indecisione del voto, anche se Cimiotta, pare, gli avesse prospettato la possibilità di lavorare presso un bar dell’ospedale. Secondo Cavasino però
tra il Cimiotta e il Bruscino vi era un accordo, ma era stato Bruscino a collegare le due cose, a credere cioè che fosse così, anche se non ha un preciso ricordo di quell'”accordo”. Nella prossima udienza il Cimiotta ha deciso di essere sottoposto alle domande.
Ed ancora su sollecitazione della difesa, Cavasino ripete che non ricorda di alcun accordo sinallagmatico tra Bruscino e Cimiotta.
Rinviato al 10 aprile 2017 per l’esame di Cimiotta, il quale ha deciso di sottoporvisi.