Le ipotesi di reato contestate dalla Procura di Caltanissetta alla giudice Saguto, al marito Lorenzo Caramma e al figlio Emanuele, al docente universitario Carmelo Provenzano, tutti complici del lucroso sistema, sono tante e tutte gravi. Vanno dalla corruzione, al falso, all’abuso di ufficio, alla truffa aggravata. In modo particolare, i giudici avrebbero trovato le prove di due mazzette consegnate sia all’ amministratore giudiziario Seminara sia alla giudice, una di 20 mila euro e una di 26,500 consegnate fra il Novembre del 2014 e il Giugno del 2015. Per anni la giudice ha ricoperto il ruolo di presidente della sezione che si occupa della gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia e l’ha gestita scegliendo, secondo l’accusa, gli amministratori chiamati a gestire gli immensi patrimoni dei boss, e come ricompensa per aver ottenuto simili incarichi, l’ avrebbero ricompensata con soldi, regali, favori. Nella lista degli indagati vi sono altri giudici tra cui Tommaso Virga ex componente del CSM e il figlio Walter, Fabio Licata, Lorenzo Chiaramonte e l’ex prefetta di Palermo Francesca Cannizza. Persino Rosolino Nasca, un tenente colonnello della guardia di finanza è coinvolto nelle indagini.