“E’una guerra subita e dimenticata, la cosiddetta guerra del pesce, quella per la marineria siciliana e in particolare per quella mazarese che continua a pagare un prezzo troppo alto”. Sono parole contenute nella lettera scritta da Giovanni Tumbiolo presidente del Distretto della pesca e Crescita Blu e indirizzata al presidente del consiglio dei ministri, Gentiloni e non lasciano spazio a equivoci. Negli ultimi giorni, tre pescherecci mazaresi, il Principessa Prima, l’Antartide e il Grecale, impegnati nell’attività di pesca in acque internazionali (18-20 miglia) antistanti le città libiche di Bengasi e Derna, sono stati oggetto di una vera e propria aggressione da parte di miliziani libici che a bordo di una motovedetta hanno tentato l’abbordaggio sparando raffiche di mitra che per miracolo non hanno colpito nessun marinaio dell’equipaggio e che però hanno provocato ingenti danni alle imbarcazioni. I marinai mazaresi in queste occasioni hanno dovuto abbandonare le zone di pesca con ingenti danni economici per sfuggire ad un sequestro da parte dei libici che può avere esiti imprevedibili. Il coraggio e l’esperienza dei capitani e degli equipaggi hanno consentito la fuga e la messa in salvo delle loro vite.