“Il bombardamento mediatico relativo ai casi di meningite ha prodotto una vera e propria epidemia virtuale, creando nella popolazione uno stato di allerta del tutto ingiustificato e un ricorso alla pratica vaccinale disattesa negli anni precedenti per questa malattia. Non vi è alcuna emergenza o alcuna epidemia nazionale: gli dipartimento di prevenzione mi conforta che la vaccinazione può tranquillamente essere programmata dall’ASP a distanza di giorni o settimane, senza un reale aumento di rischio da parte del cittadino”.
L’afflusso non prevedibile presso tutti i presidi vaccinali del territorio ha determinato anche una gestione di ordine pubblico che ha superato ogni aspettativa e messo in crisi, talvolta, il sistema organizzativo. Nei giorni tra il capodanno e l’Epifania si sono verificati anche casi di aggressione al centro vaccinale della Cittadella della Salute, che hanno costretto il medico e gli infermieri a chiamare le forze dell’ordine che sono prontamente intervenute.
“Quasi ogni giorno – riferisce il DG dell’ASP De Nicola – medici e personale infermieristico dei centri di vaccinazioni della nostra provincia hanno lavorato in una situazione di disagio notevole e in alcuni casi reso possibile, solo grazie all’ausilio delle forze dell’ordine, mentre il medico del centro vaccinazioni di Paceco è stato oggetto di offesa e diffamazione tramite social-network che, come ha confermato una recente sentenza della Cassazione, è un reato penale e per il quale il sanitario non esclude di adire alle vie legali per difendere la sua onorabilità e professionalità”.
“Voglio ringraziare – ha concluso De Nicola – tutto il personale sanitario che in questo periodo ha lavorato con la professionalità di sempre, dimostrando spirito di appartenenza alle istituzioni, oltre che il questore e il comandante provinciale dei Carabinieri per il pronto intervento delle forze dell’ordine”.
Il dirigente del servizio epidemiologico dell’ASP, Gaspare Canzoneri, da alcuni giorni ha triplicato le postazioni alla Cittadella e avviato in ogni comune, compresa Favignana.
“Ricordiamo alla popolazione – spiega Canzoneri – che, ad eccezione della regione Toscana, dove si è registrato un numero di casi di meningite meningococcica superiore all’atteso, non è in atto sul restante territorio italiano e quindi anche nella nostra provincia nessuna emergenza di meningite anzi i casi sono in diminuzione. I numeri parlano chiaro: i casi di meningite da meningococco sono stati in Italia 164 nel 2014, 196 nel 2015 e 191 nel 2016. Nessun incremento, dunque, anzi. Per il solo meningococco C, si contano 36 casi nel 2014, 63 nel 2015 e 67 nell’anno appena trascorso. I circa 30 casi in più degli ultimi due anni sono interamente dovuto al ‘cluster’ epidemico in Toscana, dove i casi erano appena 2 nel 2014 e sono schizzati a 30 e a 31 nel 2015 e nel 2016. Nelle altre regioni i numeri sono invariati se non addirittura in calo. Si confida – ha concluso -nella collaborazione dei pediatri e dei medici di famiglia per promuovere e privilegiare altre vaccinazioni, quali quelle dell’infanzia e in particolare l’antimorbillosa, con l’obiettivo di raggiungere le coperture vaccinali, così detta immunità di gregge, ottimali ad impedire la circolazione del virus e prevenire le epidemie nella nostra popolazione”.