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Medicina: Ansia! Ansia! Nemica mia

“Chissà dov’è mio figlio a quest’ora”, “Avrò chiuso la macchina?” “Riuscirò a sostenere le spese che sto per affrontare?” “La persona che amo mi è fedele?” “Riuscirò a piacere alle persone che ho intorno?” “Come sarà il mio futuro?”.
Tutte queste domande hanno una cosa in comune:l’ANSIA.
Tutti quanti, in un momento della nostra vita, abbiamo avuto delle preoccupazioni per qualcosa che ci stava a cuore. Ma per molti l’ansia è un’ospite invadente e scomodo che non si riesce a cacciar via. Siamo sempre in corsa, sempre in affanno, all’inseguimento di qualcosa che ci sfugge sempre per un soffio, e ci ruba la quiete, la serenità, il sonno. Corriamo, corriamo, corriamo… ma sembra sempre di non arrivare da nessuna parte.
Tuttavia l’ansia, di per sé, è un meccanismo sano e fisiologico, che ci fa “drizzare le antenne” in situazioni in cui è importante essere pronti a reagire ad una difficoltà in modo efficace.
Ma quando tali difficoltà diventano troppo gravi o durano per un lungo periodo, allora finiamo per essere costantemente “sulle spine”, come se da un momento all’altro dovesse capitarci qualcosa di brutto. E siamo in ansia perché temiamo che se davvero capitasse ciò che ci preoccupa, non sapremmo come affrontarlo, o non potremmo trovare nessuno che ci aiuti. Ci sentiamo in balia di qualcosa che non riusciamo a gestire, e che ci terrorizza. Spesso, per cercare di sentire meno quella morsa allo stomaco, ricorriamo ai rimedi più svariati nel tentativo di trovare pace o almeno sollievo. Alcuni sviluppano delle dipendenze da qualcosa che attutisce l’ansia (sigarette, alcool, droghe di ogni tipo, gioco d’azzardo).
Altri mettono in atto comportamenti che hanno il tentativo di rasserenarli, come fare mille telefonate alle persone care, far loro tante domande o spiarne i movimenti sui social e su whatsapp, o ancora controllare più volte se abbiano chiuso l’auto, verificare ogni giorno le spese fatte, farsi mille domande su ogni azione col timore costante di aver sbagliato o di aver scontentato o ferito qualcuno. Ma tutto ciò, invece di rassicurarci, non fa altro che aumentare l’ansia creando anzi un circolo vizioso che finisce con il renderci prigionieri di noi stessi.
Proviamo a pensare alla situazione di un genitore il cui figlio è fuori casa (per l’uscita del sabato sera o per motivi di studio o lavoro): lontano dagli occhi, sì, ma non dal cuore, che costantemente è in pena perché non è possibile sapere con certezza dove sia, o cosa faccia, o ancora se il figlio si trovi in una situazione potenzialmente pericolosa in cui il genitore non può in alcun modo intervenire. Simili sono le ansie per il futuro, o quelle rispetto al timore di essere accettati dagli altri. Quando siamo davanti a qualcosa che è in qualche modo fuori dai nostri schemi, il tentativo di prevedere l’imprevedibile scatena l’ansia. E’ come sentire freddo e avere una coperta corta: per quanta fatica possiamo fare, non riusciremo mai a coprire tutto il corpo.
In altre parole, più proviamo a controllare tutto, meno ci riusciamo.
Quando tentiamo di controllare, gestire, prevedere, risolvere ogni problema prima che si presenti, per potersi sentire al sicuro, forti, a posto con se stessi e dinanzi agli altri tentiamo un’impresa che si rivela sempre faticosa e impossibile.
E nel frattempo perdiamo momenti preziosi e piccole gioie essenziali della nostra vita. Come si può invertire la rotta?
Occupandosi delle cose, ma senza preoccuparsene. Affrontando le cose un passo alla volta, imparando che possiamo fare la nostra parte, ma che ci sarà sempre qualcosa che non dipenderà da noi. Spesso per raggiungere questi obiettivi è importante affidarsi a dei professionisti qualificati.
Uno psicologo (in collaborazione con uno psichiatra se ce ne sia bisogno) potrà aiutare la persona ansiosa ad affrontare le cause dell’ansia per imparare a tenerla a bada, affinchè non invada ogni momento della giornata, per recuperare la possibilità di vivere serenamente.
Dall’ansia ci si può liberare, e posso assicurarvi, per le mie esperienze lavorative, che ne vale davvero la pena.
La vita ritrova tutta la sua bellezza, scompare il peso dal cuore e la morsa dallo stomaco. Si ritorna a respirare a pieni polmoni.
Si ritrova la voglia di vivere e di ridere.

Dott. Anna Zinerco
Psicologa Psicoterapeuta

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