Si aggrava la posizione dell’uomo accusato di aver assassinato la notte del 31 Maggio scorso nelle campagne marsalesi il maresciallo Silvio Mirarchi che si trovava in servizio a seguito di indagini svolte proprio per il controllo del territorio.
Al Girgenti, già in carcere dallo scorso 22 Giugno è stata contestata una nuova informazione di garanzia.
Le ulteriori indagini portate avanti dal RIS di Messina che affianca i carabinieri del comando provinciale di Trapani, hanno consentito di attribuire al Girgenti anche l’ipotesi di tentato omicidio al collega che con lo stesso Mirarchi era impegnato nell’appostamento. Solo un repentino movimento lo salvò infatti dalla stessa fine dato che l’esame balistico ha permesso di appurare che il Girgenti sparò ad altezza d’uomo e con l’ intento di colpire i due carabinieri.
L’esame dello STUB effettuato sulle mani e sugli indumenti dell’imputato per rilevare tracce di polvere da sparo ha accertato che non si tratta di residui provenienti dall’uso dei fertilizzanti riconducibili alla sua attività di vivaista come dichiarato dall’accusato ma di tracce derivate dall’arma usata per commettere l’omicidio.
Inoltre, i due carabinieri, poco prima dello sparo, si erano dichiarati come agenti delle forze dell’ordine ed avevano intimato l’alt. Questo ovviamente aggrava ancora di più l’accusa di omicidio premeditato del Girgenti che quella fatidica sera in contrada Ventrischi in compagnia di altri complici era intento a sottrarre piantine di marijuana nelle serre vicine.