L’epilogo di questa triste vicenda è quella che tutti si aspettavano, sindaco di Licata in testa. Angelo Cambiano, il giovane primo cittadino di Licata che passerà allo storia come “quello delle ruspe e dell’antibusivismo”, come lui stesso ha ammesso, non è stato mandato a casa dal popolo degli abusivi ma dalla politica stessa, da quei consiglieri comunali che lo hanno sfiduciato e che gli hanno tolto il potere di mettere in atto quanto aveva promesso in campagna elettorale. Cambiano va dunque a casa e al suo posto arriva Maria Grazia Brandara che torna ad essere commissario straordinario di Licata. Lo era già stata dal dicembre 2014 al giugno 2015, quando venne eletto lo stesso sindaco, oggi sfiduciato dal consiglio comunale. Cambiano, nel periodo in cui è stato sindaco, in poco più di un anno e mezzo, ha dato esecuzione alla demolizione di 67 case. Adesso Angelo Cambiano è corteggiato da PD e dai Cinque Stelle per dargli un posto in lista alle regionali del 5 novembre. Da mesi Cambiano vive sotto scorta e si sente, come lui stesso ha dichiarato, come i protagonisti del film “l’ora legale” di Ficarra e Picone. Da sottolineare che almeno sette dei ventuno consiglieri che hanno votato per la sua sfiducia, risultano proprietari di immobili per cui lo stesso cambiano aveva firmato le delibere per la demolizione. Tranne il Pd e parte della sua maggioranza centrista, tutti gli altri, a cominciare dagli uomini del ministro Angelino Alfano, gli hanno votato contro. inutile dire quanto sia rimasto deluso.